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Siamo quasi a fine anno, oltre che a fine settimana e soprattutto a fine giornata, e al di là delle preannunciate iperglicemie, delle lucine colorate, dei tantissimi poveri alberi uccisi perché “quello finto è freddo”, delle paia di calzini che arriveranno dalle varie prozie acquisite (da chi poi non si capisce mai), per noi è tempo di fare bilanci e di programmare le varie attività che partiranno a gennaio.
E infatti oggi pomeriggio ci siamo messe a ipotizzare, studiare e conteggiare il carico di lavoro dei piani editoriali che abbiamo messo in cantiere per il 2018. Ottima idea per un venerdì, direte voi, non a caso la frase più ricorrente è stata “niente panico, in qualche modo si fa”.
Sì, ma come?
Già nella precedente fuga londinese abbiamo accennato alla necessità di avere una strategia sia per i singoli progetti ma soprattutto per quando dobbiamo gestire dei piani editoriali in parallelo. Siamo partite dell’ipotizzare quanti contenuti al mese dovevamo mettere in programma per poi impostarci le varie newsletter e i piani social. Errore!!!
Senza prima aver impostato una strategia per ogni singolo progetto, o quantomeno una traccia, fare un mero calcolo quantitativo poteva sì dare un’idea del carico di lavoro ma comunque lasciava il lavoro a metà.
Quindi passo indietro: ripartiamo dai piani editoriali ma pensiamoli in un modo in cui misurare le conversioni risulti più immediato e semplice.
In che modo? Innanzitutto definendo degli obiettivi da raggiungere.
Dove vogliamo andare? Cosa vogliamo ottenere? Mi interessa aumentare il numero di visite al sito web o like a una pagina Facebook o incrementare le partecipazioni a un evento? Quale che sia l’obiettivo dobbiamo averlo ben presente e in base a questo poi possiamo stabilire una strategia di content marketing definendone i vari dettagli e soprattutto le tempistiche.
Il passaggio successivo è chiederci a chi ci rivolgiamo.
Definire il target è determinante per il come andremo a parlargli e per il cosa gli racconteremo. Per fare un esempio, prendendo un determinato database di contatti di un nostro cliente ci siamo chieste se valesse la pena scomporlo in segmenti e differenziare ulteriormente il piano editoriale (la risposta poi è stata no perché il DB è ancora troppo piccolo).
Quali canali useremo?
Per quanto ci riguarda, in tutti i progetti attivi al momento, ci sono tre canali ricorrenti: un sito (con una pagina blog/news), una newsletter più o meno frequente, dei canali social. Grazie, direte voi, ma ognuno di questi canali ha una sua dinamica che lo fa coesistere con gli altri nonostante abbia bisogno di una propria strategia. Sul sito dobbiamo scegliere gli argomenti in relazione al business, un tono di voce e una frequenza di pubblicazione. Per quanto riguarda i Social, invece, va innanzitutto identificato quello giusto che potrebbe essere Facebook, Twitter o LinkedIn se abbiamo necessità di veicolare contenuti un po’ più professionali e destinati ad altre aziende.
Le newsletter infine sono consequenziali alla tipologia di contenuti che veicoliamo sul sito e, nel caso si contempli un e-commerce, alle eventuali offerte in corso.
Ogni canale utilizzato ha poi i suoi strumenti specifici per l’ottimizzazione e la misurazione del risultato: keyword, plugin, servizi di newsletter online, analytics, insight, alert… basta scegliere quelli che fanno per noi.
Conclusa tutta questa parte mettiamo mano al calendario e finalmente passiamo alla pianificazione. La creazione di un piano editoriale che si rispetti prevede una schedulazione precisa delle attività da seguire: dobbiamo creare un vero e proprio calendario in cui definire giorno per giorno (o anche mensilmente) quali argomenti trattare, le principali keywords ed eventuali link di approfindimento.
E questa è la parte più divertente perché, per quanto ci riguarda, siamo passate dai post-it colorati, i pennarelli, le imprecazioni, le risate isteriche, un paio di birre e il rinvio della revisione del tutto a lunedì mattina.
Buon weekend!

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