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“Google Maps diventa a pagamento?!”. Nel bel mezzo di questa torrida estate la domanda è circolata nelle agenzie di comunicazione del mondo intero, scatenando il panico. Non è che amiamo spoilerare, ma vi diciamo subito che la risposta è no, nella stragrande maggioranza dei casi sarà possibile continuare ad utilizzare il servizio di Google senza spendere nulla.

Ma perché allora in questi giorni in molti piccoli siti vetrina nella sezione “contatti” o nel footer si trovano mappe che non funzionano?

La risposta a questa domanda sta in un post datato 2 maggio 2018, pubblicato dal Google Maps Platform Team sul blog ufficiale della piattaforma, nel quale Big G annunciava il cambiamento di alcune sue policy relative all’utilizzo delle sue API (Application Programming Interface, le interfacce di programmazione che i produttori di software, in questo caso Google, mettono a disposizione per permettere agli sviluppatori di usare funzionalità aggiuntive). L’obiettivo è quello di rendere la vita più semplice a chi ha a che fare quotidianamente con questi strumenti, da qui l’inglobamento delle 18 API in tre grandi gruppi, Maps, Routes e Places, e la relativa semplificazione di ricerca, utilizzo e incorporamento delle mappe nei siti web.

La novità si affianca ad un’altra importante modifica, l’adozione di un unico piano tariffario, che manda in pensione i “vecchi” piani Standard e Premium. Il nuovo piano tariffario non prevede più alcuna distinzione legata alla tipologia di utilizzo del servizio (professionale o meno) ma si limita a creare una distinzione in base alle visite che un determinato sito web riceve. In pratica, Google fornisce una quantità predefinita di mappe scaricabili ogni mese, superato questo limite addebita un costo per ogni contatto successivo. Vediamo nel dettaglio.

A partire dall’11 giugno 2018 per utilizzare le API di Google occorrerà una API KEY valida (l’API KEY è la chiave di interfaccia per la programmazione delle applicazioni, un codice attraverso il quale i programmi di un computer richiamano le API per identificare il programma richiedente, il suo sviluppatore o il suo utente) e soprattutto un account di fatturazione Google, quindi un metodo di pagamento. Niente paura però, come dicevamo, per la grande maggioranza dei siti l’incorporamento di una mappa resta gratuito. Google fornisce infatti un credito mensile di 200$ per ogni account di pagamento (billing account), superato il quale sarà necessario pagare per ogni utilizzo successivo.

Come si può notare dalla tabella qui sopra, nei 200$ “gentilmente offerti” da Google rientrano fino a 28.000 caricamenti mensili (per caricamento si intende l’apertura di una pagina che contiene la mappa). Un volume di page views difficilmente raggiunto dalla gran parte dei siti “standard” di piccole e medie attività. Per comprendere in maniera più approfondita il sistema dei pagamenti è molto utile la sezione della piattaforma di Google dedicata agli sviluppatori.

Ecco dunque la risposta alla domanda posta inizialmente e relativa ai tanti siti che in questi giorni hanno mappe disattivate o comunque non raggiungibili. Per poter continuare a servirsi delle preziose mappe occorre associare un metodo di fatturazione al proprio account Google, una prassi per i siti web gestiti da agenzie (il metodo di pagamento serve a pagare altri servizi come ad esempio AdWords) ma non per chi gestisce direttamente il proprio sito e non promuove campagne SEM (Search Engine Marketing). Per far sì che le mappe tornino a funzionare, basterà quindi aggiungere il metodo di pagamento.

Come fare per essere sicuri di non non dover pagare? 

Tranquilli, a Mountain View hanno pensato anche a questo, mettendo a disposizione uno strumento apposito. Accedendo con un account Google valido ed associando un metodo di pagamento è possibile visualizzare la propria situazione ed avere la certezza di non superare la soglia dei 200$.

NON SOLO MAPPE MA VERE E PROPRIE GUIDE

A 13 anni dal lancio, nel 2018 Google ha svelato importanti novità che riguardano le mappe. Come spiega bene Wired,

Perché essere solo una mappa quando puoi essere anche un aggregatore di informazioni del settore? La nuova scheda “Esplora” di Google Maps, così come anticipato nel corso della conferenza I/O, ha subito una riprogettazione che adesso è in fase di rilascio in tutto il mondo. L’applicazione di Google diventa anche una guida, sia per i dintorni che per i posti che si pianifica di visitare.
Come da annuncio ufficiale, alla sezione si aggiungono, sotto il vessillo del Material Design, non solo nuove categorie, ma anche liste di tendenza stilate grazie agli esperti locali e agli algoritmi di Google. La parola d’ordine per la nuova sezione è “più scorri, più scopri”. Ogni categoria vanta sotto-categorie sempre più specifiche. Nella pagina si trovano anche gli eventi nelle vicinanze con l’aggiunta, rispetto al passato, di selezione per differenti orari.

Una ragione in più per ottimizzare la presenza della propria attività su Google Maps, da oggi ancora più importante per essere trovati facilmente ed acquisire nuovi clienti.

Hai un’attività dotata di un punto vendita fisico e vuoi scoprire come fare per essere rintracciato rapidamente su Google Maps e comparire nei risultati di ricerca locali? Forse possiamo aiutarti, contattaci a info@mentarossa.it oppure chiama lo 050.6202067!

 

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